Baby Calcio Juventus Sisport: intervista al coordinatore del programma e agli istruttori

03/11/2023

​Il programma Baby Calcio Juventus Sisport è un programma innovativo di motricità infantile specifico per i bambini di tre e quattro anni. Si basa sui principi di base del calcio, ma è aperto a tutti i bambini che vogliono muovere i primi passi nel mondo dello sport. Per approfondire la conoscenza di questa attività, abbiamo intervistato Mauro Spalazzi, coordinatore del programma, oltre a Lorenzo Cuniberto e Nicolas Cunsolo, istruttori specializzati di Baby Calcio.


Il Progetto Baby Calcio è un'idea sportiva all’avanguardia: siete tra i primi in Italia. L'obiettivo è insegnare le basi del calcio ai piccolissimi. Da quale necessità nasce e dove vi sta portando?
Spalazzi-Cuniberto: Il progetto Baby Calcio nasce ormai tre stagioni sportive fa per soddisfare la forte richiesta di un primo approccio al calcio e allo sport per bambini e bambine della fascia 3-5 anni. Libero movimento, scoperta guidata attraverso il gioco: all'epoca arrivavamo da un periodo lungo e provante come quello del Covid 19 e ci siamo chiesti come questa ricchezza esperienziale potesse essere preservata nei bimbi e nelle bimbe di oggi e di domani nonostante un mondo e una società profondamente cambiati.
Tanto più che, rispetto all'estero, la scuola da questo punto di vista in Italia non aiuta: lo spazio dedicato allo sport, generale e specifico, a livello scolastico nel nostro Paese è sostanzialmente nullo e da qui l'idea di vedere se 'partire prima' poteva essere vantaggioso. Per fortuna i fatti ci stanno dando ragione

In quali aspetti notate una maggiore evoluzione in una/un bambina/o nel corso di una stagione intera di attività? Quali differenze si evidenziano tra inizio e fine anno?
Cunsolo: I bambini alla fine della stagione dimostrano una maggiore capacità di stare in gruppo e, soprattutto, una tendenza a rispettare le regole dettate dall’allenatore e dalla situazione, verrebbe da dire una maggiore “disciplina”. Queste sicuramente rappresentano le maggiori differenze tra inizio e fine anno.

Quali sono gli aspetti a cui prestate più attenzione nelle attività per questa fascia d’età?
Cunsolo: Possono essere innumerevoli, data l’enorme differenza dal punto di vista motorio, comunicativo ed emozionale dei bimbi nei primi anni d’età. Di conseguenza, nello svolgimento delle attività, viene data enorme importanza alla peculiarità dei bambini nello svolgimento dei “giochi-esercizi”, stimolando la loro curiosità e la voglia di mettersi in gioco con sé stessi e con gli altri. Dal punto di vista motorio, fondamentale sarà l’applicazione degli schemi motori di base (correre, saltare, strisciare, etc.) oggi più che mai trascurati nei primi anni di vita a causa dei cambiamenti della società. Ovviamente, come dicevamo, ogni bambino ha una propria capacità motoria e comunicativa, di conseguenza sarà indispensabile adattare le richieste ad ogni singola/o bambina/o per ottenere maggiori risultati.  

Quali sono le principali difficoltà che incontrate con i bimbi di 3-4 anni? E le soddisfazioni maggiori?
Cunsolo: Le principali difficoltà nei bimbi in questa fascia d’età sono sicuramente rappresentate dal fatto che la maggior parte di loro non ha ancora vissuto un’esperienza extra-familiare o extra-asilo nido; quindi, molte volte, non è abituato a dover condividere il “gioco” con altri bambini e fare riferimento ad una persona (allenatore) nel rispettare le regole del gioco. Di conseguenza, ogni bambino può vivere tale esperienza in maniera completamente diversa rispetto ad un coetaneo/a. Tali difficoltà vengono ancora di più evidenziate dal fatto che i bambini a questa età hanno una soglia d’attenzione molto bassa e diventa molto labile il passaggio da un gioco-esercizio divertente ad uno noioso. Pertanto, il lavoro svolto in questi tre anni ci dimostra come adattando l’allenamento-gioco alle peculiarità dei bambini in questa fascia d’età si può aumentare la loro capacità di stare in gruppo, di condividere gli strumenti di gioco con i compagni (riconoscendoli come amici), di rispettare le regole del gioco aumentando la loro soglia di attenzione.
Infatti, come diciamo sempre, “più capisco come si gioca, più mi diverto” ed il divertimento rimane sempre l’obiettivo principale, sia per i bimbi che per noi allenatori. Queste rappresentano senza dubbio le nostre maggiori soddisfazioni.

Quanto conta l’interazione con gli altri in questa fascia d’età? Prevalgono esercizi individuali o di gruppo?
Spalazzi-CunibertoSappiamo come in questa fascia d’età molto spesso prevalga l’egocentrismo tipico dei bambini, di conseguenza risulta fondamentale il lavoro nel creare un’interazione tra i bambini nello svolgimento degli esercizi-giochi. Ovviamente tale processo non è immediato ma creare un’attenta programmazione ci permette di vedere come i bambini nel corso del tempo riescano ad interpretare gli allenamenti come un’occasione per stare in gruppo, per condividere giochi, allegria, momenti divertenti con i compagni di squadra e con l’allenatore. Perciò la tendenza è quella di svolgere esercitazioni di gruppo osservando attentamente ed individualmente ognuno dei bambini, affinché noi allenatori possiamo capire, ad ogni singola seduta, quale sia il lavoro da condurre con il gruppo squadra e intervenire sul singola/o bambina/o.

Quali differenze notate fra i bambini del progetto Baby Calcio e gli altri che iniziano da zero nel primo anno della Scuola Calcio vera e propria?
Spalazzi-Cuniberto: È essenziale partire sempre dal presupposto che ogni bambina/o ha una sua predisposizione intrinseca e di conseguenza i suoi tempi, pertanto va sempre esaminato il caso particolare senza cadere nella narrativa delle “formule magiche”. Però possiamo dire che, in generale, si nota una maggiore dimestichezza con l'esperienza dell’“imparare calcio”. Dal punto di vista motorio, della sensibilizzazione del controllo dello “strumento palla” ma soprattutto dal punto di vista dell'autonomia, dell’autogestione e della capacità di stare in un “gruppo” (che poi diverrà squadra) si possono evidenziare grandi e importanti risultati e questo lo consideriamo un notevole successo educativo.

Perché consigliereste a un genitore di iscrivere suo/a figlio/a alla scuola calcio già a 3-4 anni?
Spalazzi-Cuniberto: Perché si tratta di un laboratorio di esperienze che accelerano nel bimbo la curiosità, l'autostima, la creatività, l'autonomia, la socialità e la percezione di autoefficacia. Anche se si sta consolidando nella metodologia e nella visione, il progetto Baby Calcio rappresenta qualcosa di nuovo e differente - quasi “controculturale” verrebbe da dire - rispetto ad un panorama italiano che considera i piccoli, e non solo nello sport, ancora “poco pronti” per fare determinate esperienze. In realtà i bambini hanno molto da dire: l'essenziale è sintonizzarsi sul loro linguaggio.