Intervista doppia: a Jack, promessa del tennis e alla mamma, ex cestista Sisport

19/03/2019

Quando la Sisport attraversa due generazioni: il nostro tennista Giacomo sulle orme di mamma Simona, ex cestista. La maglia che Giacomo Todde, detto Jack, promessa del tennis Sisport, indossa con orgoglio nella fotografia di destra, non è quella di gara o di allenamento, anche se campeggia il logo della nostra società. Si tratta di una “maglia storica”, appartenente alla mamma di Jack, Simona Appendino, che negli anni ’80 ha vestito i colori della Sisport nella squadra di basket di Carmagnola.

Un fil rouge sportivo che lega due generazioni e la nostra bandiera.

Abbiamo incontrato Jack e Simona per scoprire qualcosa di più sulla loro esperienza di atleti Sisport del presente e del passato.

Come è nata la vostra passione per lo sport: il tennis per Jack, la pallacanestro per Simona?
J: La passione per il tennis è nata grazie a mio papà, che quando avevo sette anni mi ha indotto a provare, nonostante io volessi iscrivermi a calcio! Alla fine mi sono innamorato del tennis!

S: Ho praticato ginnastica artistica fino alla prima media, poi sono cresciuta troppo e allora mi hanno consigliato di provare basket...

Cosa rappresenta (o cosa ha rappresentato) per voi la Sisport?
J: Beh, è la mia seconda casa perché ci passo metà della mia giornata e mi piace, mi diverto!
S: Per quelli della mia età la Sisport di Carmagnola era il centro sportivo di riferimento, l'unico in cui potevi praticare molti sport, siamo passati tutti da lì…

Jack, qual è la gara che ti ha dato più soddisfazioni?
J: Finora la competizione che mi ha dato più soddisfazione è stata la trasferta a Roma per il "Lemon Ball", dove ho giocato bene e ho raccolto un buon risultato anche se mezzo influenzato…
Simona sappiamo che hai giocato in serie B…
S: Beh sì, sono arrivata fino alla serie B, seppur come riserva! Ho giocato principalmente nelle giovanili e purtroppo ho poi dovuto lasciare per impegni scolastici...

Quanto importante è (è stata) per voi la figura dell’allenatore?
J: Per me il Maestro è fondamentale: anche quando io tendo a demoralizzarmi, Rocco (Rocco Petitto, ndr) mi dà i consigli giusti per migliorare il gioco e il mio atteggiamento in campo, sempre e comunque facendomi divertire!

S: Di Coach Adriano ricordo ancora oggi le urla, ma ci spronava a tirare fuori il meglio di noi…

Che rapporto vi lega ai compagni di squadra?
J: È solo il primo anno che mi alleno sui campi della Sisport però ho già legato con quasi tutti i compagni di squadra, ci unisce la passione per il tennis...
S: Purtroppo non siamo più in contatto, ma mi ricordo il clima dello spogliatoio tra scherzi e risate...

Il sogno nel cassetto per Jack…
J: Anche se in questo periodo non sto giocando al top, il mio sogno nel cassetto è quello di diventare un giocatore professionista. Già a otto anni dicevo che da grande volevo vincere il Roland Garros!

Il più bel ricordo legato al basket per Simona…
S: Una partita giocata punto a punto vinta all’ultimo secondo per un tiro libero, ci siamo abbracciate tutte in lacrime come avessimo vinto chissà quale titolo…

Jack giochi a basket? Simona come te la cavi a tennis?

J: Sì, gioco a basket per divertimento, mi piace molto e sono anche abbastanza bravo!
S: Giocavo a tennis per divertimento da autodidatta, poi cinque anni fa per un infortunio, ho lasciato la racchetta solo a mio figlio...

Grazie, è stato emozionante condividere con voi quest'intervista!

Torino, 19 marzo 2019